Quattro chiacchiere con Diego Ruiz, 38 anni, romano, che torna a teatro con “Finchè mamma non ci separi!” un altro strepitoso capitolo della sua divertentissima saga sui rapporti di coppia. Dal 18 febbraio al 1 marzo al Teatro Derby di Milano. Imperdibile!
Come mai questa scelta della saga che stai seguendo sui rapporti sentimentali e la vita quotidiana della coppia?
Io amo raccontare storie in cui la gente riesce a riconoscersi. Mi piace pensare che ogni spettatore possa ritrovare un aspetto di sé stesso nei personaggi a cui do' forma. Il rapporto di coppia è una miniera di spunti, di idee. Ho cominciato con ORGASMO E PREGIUDIZIO che è un confronto spietato sui temi della sessualità, poi IL MATRIMONIO PUO’ ATTENDERE dove si parla del desiderio di mettere la testa a posto, di dare concretezza al proprio rapporto, in contrapposizione con la voglia di sentirsi liberi e la paura che il matrimonio possa tarparci le ali. Con TI AMO O QUALCOSA DEL GENERE ho parlato del difficile equilibrio tra amicizia e amore. Quante volte ci è capitato che il nostro migliore amico si metta in conflitto con i nostri partners? Insomma, la vita a due fornisce continuamente strumenti per ridere di noi stessi.
Da dove nasce l’idea?
Io sono un grande osservatore e soprattutto mi piace ascoltare gli altri. E’ capitato che un’amica mi parlasse dei suoi problemi con la madre che si scontrava continuamente con il ragazzo. L’argomento “maternità” mi è sembrato ideale per continuare il mio percorso. In poco tempo si è delineata nella mia testa la storia che volevo raccontare e in meno di 2 mesi è venuto fuori il copione.
“Finchè mamma non ci separi”. Un altro capitolo sulla vita di coppia. Ci racconti dello spettacolo?
La coppia formata da me e da Francesca Nunzi è in dolce attesa. Loro sono una coppietta felice, ma Francesca approfitta della gravidanza per tirare fuori tutto quello che si è tenuta dentro per anni. A una donna incinta si perdona qualunque cosa e quindi si libera da qualunque inibizione per rinfacciare al marito anche il più piccolo dei difetti. La pazienza di Diego viene messa a dura prova, soprattutto quando piombano a casa mamma e suocera.
Cos’ha di diverso questo spettacolo dai precedenti?
Normalmente i miei spettacoli sono molto apprezzati da un pubblico giovane, dai miei coetanei perché riflettono i problemi della mia generazione. Qui invece si parla anche di donne adulte, con le problematiche della menopausa, alle prese anche loro con le relazioni sentimentali e con il tempo che passa. FINCHE’ MAMMA NON CI SEPARI è una commedia molto amata anche dagli spettatori più grandi.
“Mamma” in questo caso, ha una doppia valenza: mamma per uno, suocera per l’altro. Qual è (se esiste) la differenza tra i due ruoli?
Le due donne sono l’opposto l’una dell’altra. La madre di Francesca è una ragazza madre, poco più che cinquantenne, spudorata, disinibita, in balia delle vampate da menopausa. La madre di Diego invece è snob, borghese, criticona, cinica e fredda. Chiaramente in conflitto con la consuocera non è mai riuscita a esprimere l’affetto per il figlio.
Definisci la mamma come “costante attentato alla serenità della coppia”. Secondo te è strutturale o c’è qualcuno che si salva?
La mamma è una figura fondamentale nella vita di tutti noi. Io stesso mi definisco un “mammone”, ma mi rendo conto che è molto difficile che, anche se involontariamente, le madri non compiano qualche invasione di campo nella vita dei figli. Secondo me il segreto di una serena vita di coppia sta nel fatto che l’ago della bilancia in un rapporto debba stare il più possibile nel mezzo. Una madre, lo fa spostare inevitabilmente dalla parte del figlio.
Mamma e/o suocera di Diego Ruiz: ci racconti?
Quando a 25 anni sono uscito di casa per andare a convivere, ho notato un senso di instabilità in mia madre. Era contenta che spiccassi il volo ma non poteva accettare l’idea di non essere più utile nelle cose pratiche. Ogni volta che veniva a trovarmi insisteva per portarsi a casa panni da lavare o da stirare, mi portava delle pietanze cucinate. Anche se io insistevo a voler cavarmela da solo, notavo che quei piccoli gesti, quelle attenzioni per lei erano fondamentali. A nulla sono serviti i tentativi di farle capire che una coppia ha anche il piacere di gestire la propria vita domestica da sola. Ancora oggi, e sono passati 13 anni, lei ci tiene a sentirsi indispensabile anche in queste piccole cose. L’amore di una madre è un sentimento assoluto e incondizionato. Una donna, quando diventa madre, continua a esserlo per tutta la vita.
Teatro